Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità 130 milioni di donne e bambine nel mondo hanno subito la barbarie della mutilazione genitale femminile e 2 milioni ogni anno rischiano di subirla. “StopFgm”, la campagna internazionale che si batte contro questa pratica. Viene lanciata nel dicembre 2001 con una conferenza internazionale che si svolge al Parlamento europeo di Bruxelles e in quell’occasione parte la raccolta di sottoscrizioni su un Appello/Manifesto contro le MGF che sarà, nei mesi successivi, sottoscritto da numerose personalità di rilievo internazionale oltre che da migliaia di cittadine e cittadini in tutto il mondo. Protagoniste della campagna sono soprattutto le militanti anti-mutilazione arabe e africane in prima persona coinvolte e toccate da questo fenomeno e la campagna si propone proprio di essere un veicolo operativo in grado di accelerare il raggiungimento dell’obiettivo che è quello di arrivare alla completa eradicazione del fenomeno. Una delle tappe fondamentali della campagna è stata la Conferenza del Cairo sugli strumenti legali nazionali e internazionali, che si è tenuta nel giugno 2003 e che ha visto autorevoli partecipazioni, tra cui quella della First Lady Suzanne Mubarak, che ha aperto i lavori, e quella delle due massime autorità religiose egiziane: l’Imam Tantawi e il rappresentante del capo della Chiesa Copta, che hanno ribadito che le MGF non sono in alcun modo una pratica da ricondurre all’islamismo e al cristianesimo. Sulla scia della Conferenza del Cairo, nel luglio 2003, è stato approvato a Maputo il Protocollo sui Diritti delle Donne Africane che, all’articolo 5, specifica che le pratiche definite tradizionali e gravemente lesive per donne e bambine, in particolare le MGF, dovrebbero essere proibite e condannate.
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I Teo-fascisti sono uguali in tutto il mondo, quando si cerca di cambiare le leggi in favore di una migliore condizione femminile ecco che vengono invocati i principi di "dio, patria e familia". E' quello che sta succedendo in Egitto dopo l'approvazione della legge che vieta l'infibulazione che, peraltro, lascia una porta aperta a chi vuole continuare questa pratica barbara.
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