La prima volta lo avevamo conosciuto un paio d'anni fa quando già se ne uscì con articoli quanto meno discutibili, oggi riacquista notorietà grazie a quest'altra perla sul quotidiano "Libero", insomma a quanto sembra, con l'arrivo dell'autunno, Camillo Langone non riesce a trattenersi dall'esprimere i propri sentimenti nei confronti della vita (saranno i funghi?).
Il critico liturgico, come ama definirsi, stavolta se la prende con le donne che leggono troppo, con quelle troppo intelligenti, in quanto l'intelligenza in eccesso, derivante dalla lettura di troppi libri, sarebbe la causa della loro avversione alla procreazione.
Caro Langone, mi sa che stavolta è arrivato troppo tardi, comunque il tipo di società che lei desidera la può ancora trovare in alcuni posti in Africa o in Asia (forse). Senz'altro avrà letto che in Egitto, ad esempio, una candidata donna al Consiglio del Popolo dice che le donne "sono deficienti in intelligenza". Ecco potrebbe prenderne una di quelle e magari chissà da cosa nasce cosa, insomma siamo uomini di mondo ci siamo capiti. O forse è meglio che vada lei a vivere a quelle latitudini, perché chissà se poi, portando qui certe persone, non finisca che anche loro aumentino il proprio Q.I., non sia mai.
Come dice anche Lara Cardella nel suo libro "Volevo i Pantaloni": "è meju 'na fija ignorante che bottana" (è meglio una figlia ignorante che puttana), detto dalla madre della protagonista alla figlia, perché quest'ultima desiderava andare a Milano a studiare! Che manie del cazzo, vero?
La madre di questo imbecille non deve aver mai aperto un libro in vita sua, diversamente non si spiega la nascita di cotanto soggetto che si esprime come uno che è stato concepito da un ovulo marcio e uno spermatozoo schizoide.
RispondiEliminaLo abbiamo fatto a pezzi anche in altri blog.