Certi iman iperfondamentalisti di alcune comunità islamiche in Europa, si sono messi in testa che la musica fa male e quindi vietano ai loro bambini di frequentarne le lezioni nelle scuole. E' ormai una tendenza che si sta diffondendo in tutto il continente ed anche da noi è arrivata come si può leggere in questo articolo; non si sta parlando di canzonette ma della musica cosiddetta colta che, a mio modesto parere, è quella che fa da collante in ogni comunità.
La musica unisce e ti fa sentire parte di un idea, di un gruppo e di un progetto da condividere, ti unisce pur conservando la tua diversità. Ogni comunità dovrebbe prendere esempio da ciò che ci insegna la musica, per questo spero che le iniziative di questi imam vengano spente al più presto.
William Shakespeare ne "Il mercante di Venezia" ci ricorda: "L'uomo che non ha la musica dentro di sé, ed è insensibile agli accordi delle dolci melodie, è pronto per tradimenti stratagemmi e rapine. I motivi del suo animo sono foschi come la notte, i suoi appetiti neri come l'erebo. Non vi fidate di un siffatto uomo. Ascoltate la musica".
Come vedete non è solo una questione di canzonette, anzi.
A proposito, chi era quello che voleva tagliare i fondi alla musica?
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