Eccola. Quella che vedete evidenziata nel titolo del "Corriere della sera" è la parola italiana più utilizzata degli ultimi 150 anni. E non parlo solo di giornali, riviste o siti internet, ma soprattutto dei posti che frequentiamo ogni giorno come bar, negozi o luoghi pubblici in genere. Viviamo in un Paese che si dice libero ma nel quale i suoi cittadini vessati ed inibiti nelle loro libere iniziative ogni giorno si devono districare fra una miriade di regolamenti il più delle volte inutili.Pochi giorni fa mi reco a comprare il cibo di Margot presso una grande catena di prodotti per animali, nel breve tragitto fra ingresso, reparto e casse conto una dozzina di cartelli contenenti la parola "VIETATO". Trattandosi di un vivaio i primi 2 cartelli che incontro sono: "Vietato entrare coi cani al guinzaglio" e "I cani devono essere tenuti in braccio o posti nel carrello". Ora con tutta la buona volontà del mondo, portare in braccio Margot ed i suoi 28 kg non è molto confortevole, e così decido di tenerla in auto. Proseguendo il percorso noto altri cartelli come "Vietato fare fotografie", "Vietato fare rumore", "Vietato dar da mangiare agli animali", "Vietato sedersi" ed altri ancora...
I dipendenti, forse obbligati a fare un po' da Vigili Urbani, fanno a gara per vincere il premio di "commesso più antipatico del 2009" e semmai si ha bisogno di un'informazione, è bene trovare colei che non stia ovulando o colui che non si sia svegliato male. Ma il bello di tutto questo è che avvicinandomi alle casse incrocio una gentile signora che in barba a tutti sti divieti porta baldanzosa il suo Fox Terrier al guinzaglio.
E' proprio vero, troppe leggi uguale a nessuna legge e la colpa è solo nostra che permettiamo a questa pessima politica di governarci, forse è anche questo il motivo del declino culturale, politico ed economico di questo Paese.